Sulla Rocca di Perti un percorso da Indiana Jones! Un po’ impegnativo ma esaltante. A caccia di grotte, falesie, villaggi preistorici…

Panorama dal sentiero per la vetta della Rocca di Perti

Partenza da Perti Alto

Lasciamo l’auto al piccolo posteggio di Perti Alto (di Domenica, praticamente un miracolo!).

Seguendo a sinistra l’indicazione “Cava 30 minuti – Croce vetta 1 ora”, prendiamo subito la bella stradina lastricata che s’infila tra i cipressi alle spalle della chiesa di Sant’Eusebio.

È la VP, la via del Purchin.

Curiosità: il nome “Purchin” deriva dalla presenza in zona di un crostaceo, chiamato comunemente Porcellino di Terra. Dà il nome ad una via d’arrampicata della Rocca di Perti ed è il simbolo della Scuola di Alpinismo del CAI di Finale.

La vecchia cava

Camminiamo nel bosco a mezza costa, in leggero saliscendi. Dopo dieci minuti saliamo a destra sul sentiero denso di affioramenti calcarei. Troviamo persino degli scalini scavati nella roccia bianca.

La salita nel bosco è piuttosto ripida, ma dopo un quarto d’ora sbuchiamo in una piccola radura. Sempre seguendo l’indicazione VP, giungiamo su un pianoro quasi selvaggio, in vista di una vecchia cava dismessa di pietra di Finale.

Seguiamo la stradina a destra, alla base delle pareti rocciose, e presto costeggiamo la Placca Piotti, una falesia storica, dagli strani appicchi giallognoli.

La testa dell’elefante

Il sentiero prosegue a mezza costa. Da lontano una roccia sembra un elefante con tanto di proboscide e orecchio enorme. Sarà questa la famosa Testa d’elefante? Boh! Gli altri neanche ci badano e si fermano poco dopo su uno spuntone roccioso.

Li raggiungo: bella vista! (anche se c’è l’autostrada…). Ma non è il panorama che guardano mentre si sporgono, ipnotizzati.

Hanno notato sotto i piedi un antro, in cima ad una parete a picco. Vi penzola all’interno una corda fissa che s’infila in un’apertura della volta. Si scala fin lì?

Un brivido… e poi proseguiamo verso destra, nel bosco. Siamo sull’altopiano della rocca.

Incontriamo il sentiero proveniente da San Benedetto (cartello) che prenderemo al ritorno, e procediamo per pochi minuti fino a un bivio, non segnalato. Da lì teniamo la sinistra.

Le Formaggette alla Rocca di Perti

Sappiamo dell’esistenza di un alto ometto collocato su un ciglio (dal buffo nomignolo de Le Formaggette), ma non vediamo indicazioni in tal senso. Interrogato, un ragazzo che pare un habitué del posto, non sa nulla.

Poi, seguendo per caso una traccia a sinistra nella boscaglia spinosa (Riccardo ne uscirà con il piumino bucherellato) ci troviamo davanti un pinnacolo di pietre impilate una sull’altra, simili a forme di Parmigiano.

Decisamente, si tratta delle Formaggette!

L’Acropoli della Rocca di Perti

Non solo, ma, seguendo un sentierino a destra delle Formaggette, scopriamo una balza rocciosa seminascosta dalla vegetazione.

È l’Acropoli! Qui tocca arrampicarsi a quattro zampe, ma ne vale la pena. Per il panorama e per l’atmosfera primordiale. Sembra di essere lontani da tutto!

Notiamo anche un piccolo bacino di pietra con un po’ d’acqua e una sorta di canale troppo-pieno!

È chiaro come il sole che ci troviamo in un’area sacra!

Curiosità: siamo nei pressi del Castelliere o “Villaggio delle anime”, insediamento d’altura risalente all’età del Ferro (X secolo AC), le cui rare tracce sono oggi invase dalla vegetazione. Questi luoghi vantano frequentazioni molto antiche: nelle grotte circostanti (grotta delle Anime) sono stati rinvenuti reperti risalenti a circa 8000 anni fa, Neolitico inferiore.

La Croce di vetta della Rocca di Perti

Giriamo un po’ a fatica intorno all’Acropoli e recuperiamo il sentiero principale, la Via Purchin.

Proseguiamo, prima in discesa e poi salendo a sinistra, e scopriamo un bel punto panoramico, decisamente più accessibile.

Qui il panorama si spinge dal mare di Albenga con l’isola di Gallinara fino a Calice

Che meraviglia! Mi accoccolo un po’ sulle rocce bianche al sole, mentre gli altri riprendono la salita per raggiungere la croce, sulla vetta vera e propria della Rocca di Perti (397 m slm).

La cava medievale della Rocca di Perti

Tornati indietro al bivio (non segnalato) che precedeva la zona delle Formaggette, giriamo a sinistra e raggiungiamo in un minuto la cava medievale (una salitina bianca a destra). Saliamo pochi metri. Riccardo nota gli scavi in punta di scalpello e l’incisione di una piccola croce.

Ma la sorpresa è quando, dando le spalle alla cava, scorgiamo l’insieme delle Formaggette e dell’Acropoli, immerse nel verde. Cosa impossibile dal sentiero!

Continuiamo oltre la cava, sulla traccia che vira a destra. L’arma delle Anime dovrebbe essere vicina.

L’arma delle Anime

Dopo 2 minuti, l’urlo di Luciana, che è la prima della fila, svela l’ingresso superiore della grotta. Ci sono buchi per terra! Per poco non ci finivo dentro!

L’arma delle Anime ha vari accessi che la rendono particolarmente suggestiva. Scendendo lungo il sentiero si svela anche l’ingresso inferiore, contornato da belle cavità nella roccia…

Dopo le Formaggette, anche la gruviera!

L’arma del Mulo

Torniamo indietro, riprendiamo la solita via Purchin a ritroso e recuperiamo il bivio con il cartello per San Benedetto. Prendiamo la VM, la via del Mulo. Scendiamo nel bosco per meno di dieci minuti fino a che la grotta del Mulo non ci si para davanti.

C’è un muro all’ingresso provvisto anche di finestrine. Evidentemente è stata usata anche “di recente”, forse da pastori.

All’interno, troviamo belle concrezioni: stalattiti gocciolanti, micro-bacini, colonne. Manca solo l’arca perduta!

La falesia del suonatore Jones

Costeggiando l’arma del Mulo, arriviamo alla falesia del suonatore Jones. Da un’occhiata veloce ci sembra più bianca delle altre falesie. Ma forse è solo la luce della tarda mattina che la fa quasi brillare!

Ritorno a Perti Alto

Continuiamo a scendere per un quarto d’ora finché raggiungiamo l’asfaltata, sul retro dell’antica chiesetta sconsacrata di San Benedetto. Questa strada la conosciamo già (vedi passeggiata a Sant’Antonino)!

Sfioriamo la bella Chiesa dei 5 campanili e torniamo a Perti Alto. Giusto in tempo per il pranzo!

Dopo, mentre torniamo a Genova in autostrada, non possiamo fare a meno di alzare gli occhi sulla Rocca di Perti. Riusciamo a distinguere lassù la croce bianca della vetta…

Ma davvero eravamo lì, qualche ora fa?

…..

Passeggiata con salita e discesa un po’ ripide; scarpe da trekking leggero; bastoncini

Vai all’inizio passeggiata (google street view)

Coordinate: 44.1826452,8.3194252 (44°10’57.5″N 8°19’09.9″E)

Cartina

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Dove abbiamo pranzato

Antica Osteria
Perti Alto

Insalata di carciofi crudi per 2
Taglierini di farina di castagne con fonduta e tartufo nero per 2
Sorbetto limone e salvia per 2
Un quarto di vino rosso
2 caffè

Totale 45,50

Siamo abitudinari. Quando veniamo da queste parti torniamo spesso qui, in questa osteria con tavolini all’aperto, dai piatti semplici ed equilibrati.


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