32 ettari, due colline, 18 km di viali, Villa Duchessa di Galliera è un giardino romantico ottocentesco di grande pregio storico e naturalistico. Vasto e complesso, va affrontato con un minimo di pianificazione… O si rischia di fare ben più di 10.000 passi!
Il parco con i daini e le caprette? mi chiedono Fede e Marty quando li invitiamo a fare un giro a Villa Duchessa di Galliera.
Beh, non solo…
Ascesa al Viale
Partiamo dal cancello d’ingresso in Vico Nicolò da Corte, non distante dalla chiesa di Sant’Ambrogio di Voltri.
Ci accoglie una coppia di platani giganti, monumentali.
Per uno dei due viali ai lati del giardino all’italiana risaliamo fino alla villa color salvia che si staglia imponente, incoronata dallo stemma dei Brignole Sale (il leone con la croce e il leone con l’albero di prugne – brigne).
Prendiamo la strada a sinistra della villa, sfioriamo quello che un tempo era il giardino d’inverno e ora è un cortile di scuola.
Al di qua e al di là del cancello faccio notare le statue di Bacco e Davide e un ninfeo a grotta, con putto che cavalca un delfino. Bacco con i baffi? chiede ridendo Fede.
Beh, alcune parti della villa sono ancora da “valorizzare” (ma ci rifaremo dopo). Entriamo in un sottopasso bisognoso di restauro e sbuchiamo in un boschetto.
Una curva, ed ecco cominciano le grotte artificiali pavimentate a ciottoli. Tramite il percorso nelle grotte costeggiamo le ampie terrazze dietro la villa attrezzate ad agrumeti, con vista sempre più ampia sulla costa.
In coincidenza con la terrazza più alta, spuntiamo su un bel viale di lecci.
Il laghetto con cascata
Percorriamo il viale verso ponente e, seguendo il cartello che indica “cascata, castello, belvedere”, pieghiamo a destra sempre nel bosco.
Dopo pochi passi, a circa un quarto d’ora dalla partenza, arriviamo a uno slargo con una rotonda a risseu e una coffee house merlata.
Curiosità: prima di arrivare alla coffee house, alzando gli occhi sulla sinistra, si nota una nicchia vuota tra le arcate del ponticello sovrastante. Lì un tempo c’era una madonnina (ereditata dai Giustiniani, i precedenti proprietari) testimone degli incontri clandestini con Cavour di Nina Giustiniani. La sua vicenda amorosa e il suicidio nel 1841 sono ben raccontati nel libro “Donna di passione” di Camilla Salvago Raggi.
Sulla sinistra, appare un laghetto roccioso alimentato da una cascata a tre salti. Superata la coffe house, c’immettiamo nella grotta che a sorpresa passa dietro la cascata, e procediamo sul sentiero.
Il castello e il belvedere
Ci ritroviamo presto davanti a una struttura molto particolare: il castello pare compenetrarsi con la roccia che forma grotte e giochi d’acqua. Vere stalattiti e stalagmiti (provenienti dalle grotte naturali del monte Gazzo) decorano il percorso sopraelevato all’interno delle grotte.
Troppo romantico! esclama la coppietta che prende a scattare foto nelle grotte, sotto l’acqua, tra le rocce. E ci sono anche le carpe Koi! mi svelano sognanti.
Raggiungiamo la terrazza merlata del castello, il belvedere, con vista da Voltri al monte di Portofino.
Curiosità: l’ardito sistema “castello più cascate più grotte percorribili” è frutto della genialità del paesaggista Rovelli ed è tardivo (1880) rispetto al resto del parco (il cui progetto risale ai primi dell’’800 su di un impianto agricolo settecentesco).
Continuiamo il viottolo in salita che, superata la sorgente, culmina in una piccola radura. Un’occhiata alle postazioni da picnic e proseguiamo in discesa.
Dopo pochi passi, attraversiamo un ponte di ferro con laghetto sottostante (in corso di restauro) e prendiamo la strada in leggera salita sulla destra. Qualche curva tra gli ulivi e arriviamo in cima alla collina dei Givi.
La fortezza di Villa Duchessa di Galliera
A sinistra, seminascosta nel verde, si erge l’originaria cinta muraria medievale, con la porta di Voltri.
Incredibile! La porta che un tempo i mercanti attraversavano diretti al valico del Turchino è stata inglobata nella scenografia del parco, come rovina decorativa!
Oltre la porta, si apre sul mare lo splendido uliveto di origine settecentesca. Da qui non si vede traccia di case o palazzi! Ci godiamo una sosta beata nella natura…
È un posto magico, commentano i due seduti sulle panche tra sole e ombra.
Tranne scoprire, poi, che gli ulivi nascondono un complesso sistema di bunker tedeschi della seconda guerra…
Riprendiamo la strada da cui siamo venuti, e, a una bassa costruzione (il dormitorio militare in cui sono ancora visibili i fori dove si agganciavano i letti) giriamo a sinistra e continuiamo a scendere.
Arriviamo così ad un quadrivio all’ombra di alti fusti, davanti ad una casa colonica. Siamo in vista di quanto fa la gioia di tutti i bimbi (e di Marty!): i recinti dei daini e delle caprette.
Continuando sulla strada che costeggia da un lato le case coloniche e dall’altro il recinto dei daini, a 45 minuti dalla partenza, arriviamo ad un grande prato soleggiato, con tavoli e panche.
È gremito di bambini che si affannano qua e là a sfamare gli animali. Una bimba ci mostra dove trovare l’erba migliore per un caprettino tenerissimo di cui Marty s’innamora all’istante.
Il santuario di Nostra Signora delle Grazie
Dal prato sale in tornanti la strada che in dieci minuti ci porta al piazzale del Santuario di Nostra Signora delle Grazie, tra i più antichi in Liguria.
Curiosità: Il santuario fu acquistato dai Brignole Sale ad una “svendita” di beni ecclesiastici, annesso alla villa e ristrutturato a metà ‘800. La cappella gentilizia accoglie le spoglie di membri delle famiglie Brignole Sale, De Ferrari Galliera, Melzi d’Eril, compreso Andrea, l’amatissimo figlio della Duchessa morto a 16 anni.
Ci concediamo una breve visita al santuario e poi, per la stessa via, torniamo al grande prato.
Lasciando alla nostra sinistra il recinto delle caprette (con un piccolo riparo settecentesco), imbocchiamo la strada in discesa. Attraversiamo un tunnel roccioso e continuiamo a scendere fino ad arrivare in vista della valle del Leone, un po’ nascosta sulla sinistra.
La valletta del Leone
È l’area più affascinante di Villa Duchessa di Galliera, restaurata recentemente grazie a una raccolta fondi.
E in effetti splende candida al sole la stele dedicata a Dante e Chiabrera, così come appare ripulito l’arco di trionfo più sotto.
Mentre spiego a Fede che, probabilmente, nella scenografia della passeggiata romantica l’arco rappresentava l’ingresso agli inferi, dò un urletto (di gioia).
In una grotta vicina, s’intuisce una bestia bianca. È il leone, cioè la lonza, citazione marmorea di quella dantesca, finalmente ricollocata nel suo posto originale! (era nascosta in un museo)
Più in basso, ecco la grotta dell’eremita, un piccolo tempietto di pietre ad archetti gotici.
Curiosità: queste e le altre “rovine” di arredo della valle erano il frutto di un recupero dal demolito convento di San Francesco in Castelletto.
Accanto c’è la latteria, costruita come una baita svizzera in miniatura (ma era la moda del tempo, dettata inizialmente da Versailles). Qui dame e cavalieri gustavano il latte prodotto dalle masserie del parco e, pare, anche il gelato!
Ritorno
Dalla valle prendiamo la strada (quasi parallela all’autostrada) che in pochi minuti ci conduce al termine della visita: il piazzale delle grotte con l’area giochi per bambini.
E proseguendo oltre il teatro di Villa Duchessa di Galliera, ci ritroviamo al giardino all’italiana.
Proprio una sorpresa questo parco! commenta alla fine Fede.
Beh, non è un peccato ricordarlo solo come il “parco con i daini e le caprette”?
NOTE
Nel palazzo Brignole Sale si trovano l’unico esempio rimasto in Liguria di teatro settecentesco privato, e la famosa sala delle conchiglie (visibile solo in rare occasioni): una sala da pranzo con ninfeo e pareti rivestite di conchiglie di porcellana e vetro, tufo, serpentino e marmo bianco, con inserti in corallo. V. secolo xix
Il parco è dedicato a Maria Brignole Sale de Ferrari, Duchessa di Galliera (1811-1888)
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Passeggiata facile, salite e discese leggere
Vai all’inizio passeggiata (google street view)
Coordinate: 44.4297115,8.7503795 google maps (44°25’47.0″N 8°45’01.4″E)
Vai alla mappa di tutti gli itinerari
Pro
Ingresso gratuito (parco comunale); tanti tavoli da picnic; apertura alle 8; varietà di percorsi e paesaggi
Contro
Asfalto in gran parte del percorso; cappella dei Duchi di Galliera, sala delle conchiglie e teatro visitabili solo in rare occasioni; vicinanza all’autostrada nell’ultimo tratto (dopo la valle del Leone)
Consiglio
Se vieni in auto, puoi posteggiare in piazza Odicini
Dove hanno mangiato (Fede e Marty)
3 commenti
chiarastella · 24 Marzo 2021 alle 10:26
Ciao, in merito alla passeggiata nel parco di Villa duchessa di Galliera oggi in data 24/03/2021 non è accessibile la deviazione sulla destra che indica la direzione verso “cascata, castello, belvedere”.
Saluti
renata · 24 Marzo 2021 alle 10:52
Grazie mille dell’avviso!
renata · 6 Maggio 2021 alle 14:20
Sabato 8 maggio riapre la zona “cascata, castello, belvedere”, dopo alcuni restauri