Suggestiva, facile, varia, la passeggiata da Pratorotondo al Monte Rama, dove l’Appennino è più vicino al mare. Come godere di mare e monti insieme!
Pratorotondo
Raggiungiamo in auto il rifugio Pratorotondo (1.092 metri slm), percorrendo la strada che sale da Varazze, supera Alpicella e scavalca la cima del Monte Beigua.
Lasciamo l’auto al parcheggio del rifugio e prendiamo la comoda carrareccia (AV, sbarra) che s’inoltra tra i prati. A destra, tra gli alti cardi, spunta il Monte Sciguelo riconoscibile per le due gobbe protese verso il mare.
Il cielo sgombro ci permette di godere della vista su Cogoleto, Arenzano e la macchia verde del Golf di Lerca.
Per dieci minuti.
Poi arriva l’autunno.
Nuvole bianche salgono veloci dal basso e schermano gran parte del panorama. È un vedo-non vedo che accresce il fascino del percorso.
Quando superiamo il caratteristico spuntone roccioso, il cielo si apre di nuovo. A destra riappare il mare, a sinistra rocce infrante rivelano una dichiarazione d’amore.
La Casa della Miniera
Dopo dieci minuti, ecco la Casa della Miniera e, più sotto, su un cucuzzolo, la Cappelletta degli Alpini. Oggi la casa non ha la consueta aria austera. È vestita a festa per l’arrivo degli alpini.
Curiosità: costruita prima degli anni ’40 come riparo per gli operai di una miniera del ferro poi abbandonata, la Casa della Miniera fu usata da contadini falciatori e poi trasformata in rifugio dagli Alpini.
Dopo una leggera salita lastricata, arriviamo a Prato Ferretto (o Pian del Fretto), enorme altopiano spazzato dal vento. A sinistra notiamo un “campo di pietre”.
Curiosità: il campo di pietre è un accumulo di massi e blocchi rocciosi prodotto dall’azione di gelo e disgelo in tempi lontani, quando il clima era molto più freddo.
Bric Resunöu e Fontanaccia
Oltre il campo, si erge la cupola rocciosa del Bric Resunöu o Resunao o Resenau (vuol dire risuonato: se si urla da ovest verso la cima, si sente l’eco).
Arrivati al crocevia sotto il Bric, abbandoniamo l’AV e prendiamo a destra la leggera salita. Qui, il vento non perdona. Lo capiamo dai pini chinati fino a terra.
Continuiamo tra erba e blocchi di rocce e aggiriamo a sud la Fontanaccia, trascurando a sinistra la diramazione per la cima. Una fontana sui generis: da una roccia a V, l’acqua cola solo in particolari condizioni di vento e nebbia!
Giungiamo così ad un colletto e poi proseguiamo in leggera salita, tra guglie rocciose degne delle Alpi, fino alla cima del Monte Rama (1.150 metri slm). Sono passati 45 minuti dalla partenza.
Il Monte Rama
La cima galleggia nel nulla. Siamo in piena nuvola, con le due croci come fantasmi…
Curiosità: la seconda croce fu messa quando la prima era misteriosamente sparita. Poi fu ritrovata (sempre sul Monte Rama) e collocata di nuovo accanto all’altra.
Ritorno a Pratorotondo
Aspettiamo un po’ che si diradi la nebbia. Invano. Poi torniamo al rifugio per la stessa via.
È la passeggiata più bella del Beigua! ci dirà più tardi la squisita Ilaria dell’infopoint di Pratorotondo. E il panorama dalla cima del Rama, così aggettata sul mare, è veramente imperdibile…
Mi sa che ci conviene tornare… 🙂
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Passeggiata facile; leggera salita alla fine; scarpe da trekking leggero
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Dove abbiamo pranzato a Pratorotondo
Rifugio Pratorotondo
Località Pratorotondo
Cogoleto GE
Tagliere piccolo di formaggi: caciotta alle noci, Pecorino, Formaggio di capra dell’Azienda Agricola Giacobbe di Piampaludo
Pane fritto
Pane fritto col lardo
Ravioli con sugo di funghi e salsiccia
Trofie con formaggi misti
Carne in carpione per 2
Caponata per 2
Torta del Rifugio con mele e uvetta per 2
Totale: 88 Euro
Tutto buono, specialmente i ravioli di erbette con la loro pasta “trasparente”. Gestori simpatici. Rifugio caratteristico.
Nota del 24 luglio 2020: il rifugio è temporaneamente chiuso per Covid (Vedi)
Suggestioni
Un’immagine da Federico scattata il 17 maggio 2020! La nebbia sul Beigua non perdona…
Le suggestioni di fabiorox