Strada Megalitica, Sant’Anna, Riparo sottoroccia. Si respira un’atmosfera primordiale nelle tre passeggiate con baricentro Alpicella, sopra Varazze. Per l’ambiente, ma anche per l’assenza assoluta di turisti nei nostri percorsi a piedi…

Strada Megalitica

Partenza da Ceresa

Arrivati alla piazza di Alpicella, tralasciando la strada sulla sinistra che porta al monte Beigua, proseguiamo in auto sulla via Belvedere. Seguiamo poi le indicazioni per Via Ceresa 78 e NTL e in meno di dieci minuti siamo al grande prato di Ceresa.

Parcheggiata l’auto, prendiamo la carrabile cementata che sale a fianco di una casetta in pietra.

Dopo qualche minuto, al bivio scegliamo il percorso a destra (indicazione NT) e c’immergiamo immediatamente in un ambiente un po’ selvaggio.

Verso la Strada Megalitica

Querce e castagni e maxi agrifogli selvatici delimitano il sentiero per una decina di minuti, fino ad un punto aperto e soleggiato.

Una breve sosta sulla panchina panoramica nella macchia mediterranea (erica, ginepro, leccio, pino marittimo…) e riprendiamo il sentiero.

Poco dopo, eccoci di nuovo sul fronte freddo, a camminare su un tappeto di foglie secche e ricci di castagne selvatiche (sto ancora estraendo dalle mani le spine, regalo di una scivolata!).

Arrivati a un bivio, seguiamo la direzione N a sinistra.

La Strada Megalitica

Neanche dieci minuti e appaiono i primi blocchi di pietra della Strada Megalitica.

Ci aspettavamo un’opera mastodontica: in realtà troviamo una mulattiera lastricata, demarcata a valle da triliti tamponati da pietre più piccole. È lunga non più di 200 metri, ma ha un’aria solenne grazie ai faggi secolari che l’adornano.

Poco prima di panchina e cartello, la strada si biforca.

La porzione a valle termina in un’area scoscesa con pietre infisse nel terreno (pietre fitte), delimitata in basso da una misteriosa scalinata di pietra.

Quella a monte si perde a breve.

Oltre la Strada Megalitica

Oltre, nella boscaglia, spunta ancora qualche pietra fitta.

Gli studiosi ipotizzano scopi rituali e religiosi, anche per la vicinanza al monte Greppino, dotato della capacità di attirare fulmini. In effetti, l’impressione è di sfiorare solo una piccola parte di una scenografia complessa, ancora da decifrare appieno…

Ci resterà comunque il ricordo di un’esperienza ancestrale, a solo mezz’ora di distanza dalla civiltà!

Cappella e Riparo di Sant’Anna

Ritorniamo indietro al primo bivio e seguiamo il percorso L, a sinistra.

Venti minuti di salita e la cappella di Sant’Anna emerge bianca dai boschi, sull’orlo di una parete rocciosa.

Contempliamo lo spettacolare panorama che si apre di fronte a noi, aggrappati ai grossi sassi che circondano la chiesetta (d’altra parte la zona sottostante è famosa per il bouldering, l’arrampicata sui massi!).

Poi scendiamo di qualche passo a est della cappella: ecco il riparo primitivo sotto le rocce. Un piccolo antro decorato da coppelle naturali e corredato anche di grondaia! In pratica un mini-assaggio del grande riparo che ci aspetta a Fenestrelle…

Torniamo ad Alpicella, stessa via.

Un pasto da carnivori in trattoria, e partiamo in auto per la terza tappa: il Riparo di Rocca Due Teste o più semplicemente Riparo “sottoroccia”.

ll Riparo sottoroccia di Fenestrelle

Prendiamo la strada in discesa verso Varazze.

Appena superato il cimitero, svoltiamo a destra e proseguiamo per cinque minuti fino al bivio (cartello “zona archeologica”) dove giriamo a sinistra.

Un paio di minuti di discesa e, dopo una casa con belle siepi, sulla destra compare il nostro sentiero (contrassegnato dalla lettera D, non immediatamente visibile). Parcheggiamo sulla strada.

Solo un quarto d’ora a piedi nei boschi spogli e un po’ tenebrosi, e arriviamo in vista di una solitaria passerella di legno.

Intorno, maestose rocce costituiscono il riparouna piattaforma di 4 m per 22 di lunghezza, a due metri di altezza. Impossibile non esplorare sotto e sopra la passerella, per “vedere di nascosto l’effetto che fa!”

Curiosità: il riparo fu scoperto nel 1977. Dai reperti (databili al Neolitico medio e superiore e all’Età del Bronzo), gli storici deducono che Alpicella e la valle del Teiro ebbero due periodi fiorenti: nel 4500 e nel 1100 A.C.

Tornati sull’asfaltata, facciamo ancora due passi nella direzione opposta del sentiero D, oltre la casa con le siepi. Dopo pochi minuti in piano ci aspetta il bel ponticello di pietra sul Teiro, detto “dei saraceni” (perché?) o anche “dei ratti” (…).

Ripresa l’auto, in 5-6 minuti di curve arriviamo al bivio per Varazze.

NOTA

A un quarto d’ora (di salita) dalla piazza di Alpicella, sul sentiero che porta al Beigua, si trova il Nicciu du Briccu du Bruxin. Si tratta di una singolare edicola votiva (alta 4 metri!) che ingloba nella nicchia una pietra fitta di serpentino di circa 2 metri. NOTA del dicembre 2020: purtroppo l’edicola è crollata a causa dei forti temporali (vedi)

….

Vai all’inizio passeggiata (google street view)

Coordinate: 44.4035298, 8.5351416

Coordinate inizio percorso a piedi: 44.406117, 8.548687 (44°24’22.0″N 8°32’55.3″E)

Segnavia: N per la strada megalitica; L per Sant’Anna; D per il riparo sottoroccia di Fenestrelle; triangolo rosso vuoto per il Nicciu du Briccu du Bruxin

Cartina megalitica

Vai alla mappa di tutti gli itinerari

Pro
Un percorso un po’ diverso dal solito, con ambienti “selvaggi” a pochi minuti di cammino

Contro
Occorre l’auto; per guidatori che non hanno problemi con curve e strade strette. Trascuratezza nel sentiero per la Strada Megalitica. Il museo archeologico di Alpicella che ospitava i reperti del Riparo sottoroccia (vasi, spillone, fibula) non è più in funzione.

Consiglio
Scegliere una giornata tersa per godere appieno del panorama dalla cappella di Sant’Anna

Dove abbiamo pranzato

Trattoria Ai Cacciatori
Piazza IV Novembre, 14
Alpicella, Varazze SV

Ravioli al ragù di fassona
Hamburger cotto al forno con fontina e pancetta croccante
Guancia brasata
Millefoglie alle fragole
Dolce al cucchiaio di Cogne
Mezzo litro di dolcetto
3 caffè
Totale: 54 Euro

Tutto buono: guancia brasata da urlo. Arredo demodè


2 commenti

Michele · 10 Maggio 2018 alle 9:36

Saluti dal Borgo Antico, ottimo lavoro. Molto interessante.

    renata · 10 Maggio 2018 alle 14:26

    molte grazie! comunque non più interessante della vostra pizza ai friarelli 🙂

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