L’ho visto cento volte in foto (e anche in TV), ma quando mi appare dal vero in cima al sentiero scalinato, il Castello della Pietra è una visione nuova, impossibile da dimenticare. E mutevole, a seconda del punto di vista.

Il torrione grande del Castello della Pietra

Torniamo al Castello della Pietra due volte.

La prima, cielo di piombo e minaccia di pioggia, il castello pare una fortezza inespugnabile. La seconda, con lo sfondo del cielo azzurro, sembra quasi un rifugio mistico. E riusciamo anche a visitarlo…

Partenza dal parcheggio

Il parcheggio è in uno spiazzo accanto alla provinciale per Vobbia, a 400 metri dall’imbocco del sentiero che porta al castello.

La sagoma dei due torrioni, che spuntano oltre la vegetazione sopra di noi, mette già i brividi. Ma c’è un cavo che viene giù dalla cima! grida Luciana. Scopriremo poi che si tratta di un avanzo della teleferica utilizzata per il restauro negli anni ’80.

Camminando lungo l’asfaltata, e rischiando a ogni curva di abbracciare un ciclista in pieno sprint, raggiungiamo quindi l’imbocco del sentiero.

Salita al Castello della Pietra

Superato un cancello, affrontiamo una sorta di scalinata nel bosco. Punto di ristoro (ora chiuso), panchine frequenti e pannelli esplicativi su flora e fauna. Tutto sommato una salita piacevole.

Poi, dopo la seconda area di sosta, a una curva: la visione del castello.

Un nido d’aquila incastrato tra due pietroni. In un’atmosfera strana, appesantita dalla giornata plumbea.

Quando torneremo con il sole, mancherà l’effetto sorpresa, ma rimarrà comunque un’impressione di presenza severa, imperscrutabile.

Il Castello della Pietra

La scalinata ci avvicina sempre più al castello, fino ad una passerella di metallo (costruita dopo un’alluvione) e alle ultime rampe scavate nel conglomerato (lo stesso del Monte di Portofino!).

Curiosità: le notizie storiche sul castello millenario sono poche e frammentarie. Persino sulla genesi del nome ci sono dubbi stile “prima l’uovo o la gallina”: si chiama “della Pietra” perché tale era il nome di un certo Opizzone che lo acquistò nel 1252, o fu Opizzone a chiamarsi così perché lo possedeva?

La visita è interessante: la struttura verticale, la simbiosi con la roccia, la sala del camino, la macina (un frammento) per la panificazione autonoma, le cisterne da 100.000 litri per resistere a 6 mesi di assedio. E persino la leggenda di un fantasma (un’amante fedifraga di Opizzone) che si aggira tra le mura.

Il torrione grande del Castello della Pietra

Dopo la visita, continuando sulla destra ai piedi del castello, prendiamo il sentiero dei Castellani. Qualche minuto, e una traccia sulla sinistra (non proprio agevole) ci permette di salire più in alto.

Ora guardiamo il castello dal lato del torrione principale: un sottile pinnacolo, dietro il quale si intuisce appena la costruzione nascosta. Scorgiamo in cima la croce di metallo e un belvedere (purtroppo la visita al castello non ne prevede l’accesso).

Ci godiamo comunque il panorama intorno al canyon del Vobbia. Certo, un drone farebbe la differenza! (vedi Esperienza drone)

Il sentiero dei Castellani

Ripreso il sentiero dei Castellani, ci spingiamo ancora un po’ verso levante.

Pochi minuti dopo, saggiamo un altro punto di vista del castello, che assume ora proporzioni fumettistiche. Poi, proseguendo in leggera discesa, arriviamo alla “zona della vegetazione rocciosa”.

C’è persino il timo! esclama Angelo commosso. Qui crescono nella roccia piante insospettabili… Poco dopo il paletto 8, arriviamo a un’area di sosta con due tavoli dove meditiamo di pranzare.

Ma sono già occupati da un gruppo di ragazze! E poi sono all’ombra.

Torniamo indietro. Meglio un panino al sole, con vista sul torrione…

NOTE

_ Il castello è visitabile fino al primo novembre 2020, solo di domenica, prenotando al 3351234728 entro il venerdì alle 12.

_ il sentiero dei Castellani prosegue oltre l’area di sosta a cui siamo arrivati. Seguendo le anse del fiume, arriva in un’ora e mezza alla Torre di Vobbia.

_ sulla via del ritorno lungo il sentiero dei Castellani, un cartello indica a sinistra la scorciatoia per tornare all’ingresso. La sconsiglio: il sentiero nell’ultimo tratto è un po’ ripido e scivoloso (chiedere a Luciana in merito…)

….

Passeggiata in salita (scalinata) ma non difficoltosa, a parte la salitina dietro il torrione

Vai all’inizio passeggiata (google street view)

Coordinate: 44.615412,9.0137891 (44°36’55.5″N 9°00’49.6″E)

Cartina

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Col tempo nuvolo

Col tempo sereno (e la visita)

Tappa fuori gita: Oratorio della SS Trinità a Vobbia

Dopo il castello, propongo una tappa a Vobbia. Ho letto che all’interno dell’oratorio compare la più antica raffigurazione del Castello della Pietra.

L’oratorio è chiuso, ma una signora che segue dei lavori, ci consente di infilarci all’interno.

Mentre ci illustra gli affreschi seicenteschi dei 4 evangelisti (guardo un po’ delusa il castello nell’affresco di San Marco, minuscolo sullo sfondo) la signora ci fa anche notare un’antica statua della Madonna che allatta (è un unicum in Italia, ci dice convinta). Forse “unico” è eccessivo, ma che sia una cosa rara magari sì.

 


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