Dai boschi umidi in cui non penetra mai il sole alle assolate pareti rocciose che si tuffano in mare verticali, l’anello del Monte di Portofino è vario e ricco di punti panoramici.
In occasione del festival della Comunicazione di Camogli, partecipiamo alla visita guidata organizzata dall’Ente Parco di Portofino all’interno del parco naturale.
Da Portofino Vetta a Pietre Strette
Partiamo in nove dal parcheggio di Portofino Vetta con la guida-filosofo Marco. Pochi minuti di salita e ammiriamo gli edifici dell’hotel Portofino Kulm, gioiello liberty chiuso dal 2013.
Curiosità: Ha in mente l’hotel svizzero Rigi Kulm, il finanziere Sebastiano Gaggini quando ai primi del ‘900 intuisce le potenzialità turistiche del Monte di Portofino. Fa costruire un elegante albergo in posizione dominante e lo dota dei lussi più alla moda, tra cui un fonografo con 1000 pezzi musicali e una primordiale sala cinematografica. Lo circonda di uno splendido parco con diverse piante esotiche e lo rende accessibile dall’Aurelia mediante una strada a pendenza fissa del 7% (oggi Viale Gaggini). Il Portofino Kulm diventerà presto meta obbligata dell’aristocrazia nazionale e internazionale. Ospiterà Margherita di Savoia, Guglielmo Marconi, Giacomo Puccini. Gabriele D’Annunzio tradurrà il “barbarico” Kulm nell’italico Vetta. Dopo un secolo di alterne vicende, ora l’hotel è sotto sequestro per un contenzioso tra proprietà e società di gestione.
Attraversato l’ingresso ai sentieri del parco, sotto un enorme ripetitore, arriviamo dopo pochi minuti in località Gaixella (area di sosta, fontanella) e procediamo sulla strada a sinistra seguendo le indicazioni per Pietre Strette.
Il panorama sul golfo scintillante del Tigullio s’intuisce appena tra gli alberi fitti. Marco ci fa notare che nel bosco misto compaiono specie alloctone, qui ad esempio una tuia, poi un cerro e altrove persino sequoie. Sono residui del giardino romantico di Gaggini!
Dopo venti minuti di cammino sul bel lastricato di calcare, arriviamo alle Pietre Strette.
Sul Monte di Portofino
Si tratta di macigni che restringono il sentiero a un crocevia. Sono fatti di conglomerato, un insieme di pietre cementate tra loro.
Marco ne mostra una in particolare, di basalto verde (lava sottomarina di 200 milioni di anni fa), che si distingue dalle altre per grandezza, …e anche perché vi si trovano dipinte le indicazioni di percorso (v. foto)!
Curiosità: Il monte di Portofino è un gigante dai fianchi d’argilla. Il settore meridionale è costituito da conglomerato, piuttosto resistente all’erosione, mentre la parte più interna è formata dai “calcari del monte Antola”, più facilmente disgregabili. Il gigantesco blocco di conglomerato, opponendosi all’azione erosiva del mare con maggiore efficacia rispetto alle rocce circostanti, ha permesso la formazione del promontorio, alto 600 m e proteso verso il mare aperto per oltre 3 km.
Prendiamo a destra il sentiero che sale nel bosco, contrassegnato da due triangoli rossi vuoti.
È una bella passeggiata tra gli alberi che ci condurrà dopo mezz’ora alla sella Porcile con panche e tavoli e poi, in discesa a sinistra, alla sella Toca, anch’essa provvista di tavoli.
Vista su Cala dell’Oro
A due terzi del percorso si apre la vista sul costone roccioso che separa la baia di San Fruttuoso dalla Cala dell’Oro. Sulla cima appare la Torretta Doria: un tempo fungeva sia da torre di avvistamento dei pirati sia da riparo agli abitanti di San Fruttuoso in caso di attacco (conteneva una riserva d’acqua e un forno per il pane).
Marco racconta che la Cala dell’Oro era molto frequentata dai pirati. Ma niente forzieri nascosti: l’oro non era altro che l’acqua! Una sorgente di acqua dolce perenne che consentiva il rifornimento idrico per le navi saracene.
NOTA
La località Toca è raggiungibile anche con il sentiero più a valle (anello basso), che parte sempre da Pietre Strette, contrassegnato da un triangolo rosso pieno. Anche qui la vegetazione scherma il panorama, però, dopo un quarto d’ora di cammino, è possibile ammirare lontana l’abbazia di San Fruttuoso infilata nella sua suggestiva insenatura. Alcuni passaggi del sentiero sono un po’ impegnativi, per cui è comprensibile la scelta di Marco di percorrere l’anello alto. Comunque, accedendo direttamente da Toca al tratto terminale del sentiero si può godere di un’ampia vista sulla Cala dell’Oro.
Semaforo Nuovo
Da Toca, in cinque minuti, raggiungiamo il belvedere del Semaforo Nuovo.
Sul bordo dello spiazzo ecco la tagliente lisca, simbolo del parco di Portofino… Un tempo i pescatori la usavano per produrre corda e reti per la pesca!
Stazioniamo sul ciglio senza parapetto. A levante recuperiamo la vista sul versante meridionale ricoperto dalla macchia mediterranea, a ponente un assaggio del panorama di cui più avanti godremo in pieno.
Sotto di noi spuntano minuscole le Batterie (bunker che durante la seconda guerra mondiale facevano parte del sistema costiero a difesa di Genova).
Tornati a Toca, una deviazione di un minuto ci conduce dal pannello dedicato agli uccelli del Parco a un tobruk, postazione militare nido di mitragliatrice. Il sentiero ben scavato che parte dall’interno del vano è in realtà una trincea! (Durante la guerra il Portofino Kulm fu sede di un comando tedesco).
Verso il Paradiso del Monte di Portofino
Proseguiamo in leggera salita verso il Paradiso.
Si tratta della Casa del tè, ex punto di sosta e ristoro per gli ospiti del Portofino Kulm, fatta edificare da Gaggini in località Paradiso. La casa rosa è sbarrata. Che delusione!
Fortuna però che, proprio sotto, un sentierino scosceso ci porta a una perla: la Rocca del falco! Uno spunzone di conglomerato esposto, attrezzato a belvedere.
Questo sì che è il Paradiso! Ammiriamo tutti lo splendido panorama: la vicina Camogli e l’arco colorato della riviera ligure fino al punto in cui si stempera nella foschia. Sotto di noi, dove le rocce sprofondano in mare per decine di metri, il blu è più intenso che mai.
Una sosta è d’obbligo…
Rientro a Gaixella
A mezzogiorno in punto, proprio mentre Marco si lancia in una digressione sui cumulonembi, sentiamo dei tuoni potenti… Ma non è il maltempo in arrivo: sono solo i fuochi artificiali sparati dall’altra parte del golfo per la festa della matrona di Recco!
Ritorniamo sul sentiero principale e con una discesa tra i castagni, attraverso un mondo scuro, fresco e umido, ritorniamo in località Gaixella.
Tra qualche milione di anni, conclude Marco, il monte di Portofino sarà un’isola!
…beh, abbiamo tempo per un altro giro…
….
Vai all’inizio passeggiata (google street view)
Coordinate: 44.3362226,9.1706328 (44°20’10.4″N 9°10’14.3″E)
Segnavia: quadrato rosso pieno fino a Pietre Strette, 2 triangoli vuoti fino a Semaforo Nuovo (parziale), linea e punto rossi fino a Gaixella
Vai alla mappa di tutti gli itinerari
Pro
Interessante dal punto di vista sia geologico sia ambientale. Non mancano tavoli pic nic
Contro
Trascuratezze presso Semaforo nuovo.
Dove abbiamo pranzato
Dubbio atroce: pasto in trattoria o spuntino in focacceria? Tutti e due!
La cucina di Nonna Nina
Via Franco Molfino, 126
San Rocco GE
Branzino alla ligure per 2
Tagliatelle al sugo di mare con zucchine e melanzane
2 fragole e 1 torta limone e mele
3 calici di Vermentino
3 caffè
Totale: 97 Euro
Cibo buono. Locale storico con la stessa cuoca da 30 anni. Verandina. Più attenti ai clienti abituali che ai “foresti”.
Panificio Maccarini
Via San Rocco, 46
Ottime torte salate e focacce e la galletta del marinaio.