Un grande classico. Panoramico, arioso, facile, il bellissimo sentiero tra Trebbia e Borbera che porta al Monte Antola. Tra prati in fiore e boschi di faggi e maggiociondoli.
Quando propongo questa passeggiata, ho in mente di arrivare al massimo alle Tre Croci, rispettando la formula dei 10.000 passi. I miei compagni di viaggio mi trascineranno fino alla cima dell’Antola, raddoppiando il percorso (ma non il piacere…)
Partenza da Casa del Romano
Partiamo da Casa del Romano (1.406 m slm), prendendo il sentierino a fianco del cartello.
Curiosità: “il toponimo Casa del Romano è indizio di una storica percorrenza testimoniata dai reperti archeologici della necropoli del I secolo DC a Carrega ligure”. (E io che pensavo fosse la casa di uno di Roma…)
Passiamo davanti alla cappella di San Rocco e all’Osservatorio Astronomico.
In leggera salita tra i prati, raggiungiamo lo spartiacque tra Trebbia e Borbera e giriamo a sinistra.
Camminiamo con belle vedute sulla Val Borbera, superiamo un boschetto e ci ritroviamo sul versante della Val Trebbia.
C’è un’aria sottile e profumata. I maggiociondoli sono tutti in fiore. Il panorama è proprio riposante, tra colline boscose e pascoli. Devo stare attenta a non calpestare le farfalle lungo il sentiero…
Tra prati e boschetti
Procediamo in piano.
A mezzora dalla partenza, scopro a destra una croce di ferro battuto con vista sulle due valli. È dedicata a Tullio Tavella (vedi testimonianza del figlio Daniele nei commenti sotto l’immagine).
Poco dopo, una selletta sfoggia un tavolo panoramico molto seducente… ma continuiamo imperterriti.
C’è poco da raccontare, molto da vedere e da annusare. Dopotutto Antola vuol dire montagna fiorita!
Non ricordavo questa passeggiata così bella (anzi, l’associavo ad una sensazione di freddo perché a maggio di qualche anno fa ci eravamo impantanati nella neve).
Ora invece saliamo dolcemente tra prati e boschetti, in un sole sfavillante. Affiora nella valle il lago del Brugneto.
Poi scendiamo ed entriamo in una faggeta fitta.
Le Tre Croci
Siamo al Passo Tre Croci (1.495 m slm), un crocevia (ah, ah) di sentieri. Faggi alti e severi in una selva buia (anche col sole di oggi!).
Le tre croci si mimetizzano tra i fusti degli alberi.
Sono semplici tronchi di legno, ma forse proprio per questo hanno un’aria solenne…
Curiosità: “nella memoria di molti anziani sono ancora presenti le migrazioni stagionali verso le città della Lombardia e del Piemonte. Ritornavano a primavera nei loro villaggi arroccati sotto l’Antola. Una tragedia di quelle migrazioni è documentata dalle tre croci. Tre poveri diavoli colti da una bufera di neve e dal terribile prevìn che sferza il crinale della montagna muoiono sepolti nella neve.”
Oltre, verso il Monte Antola
Procediamo nel bosco, in piano.
I maggiociondoli sembrano i nonni di quelli che mi avevano esaltato sul monte Spigo: altissimi, dai tronchi solidi. A volte formano tende di velo giallo al di sopra del sottobosco, altre tunnel inestricabili.
Poi sbuchiamo di nuovo con la vista sulla Val Trebbia e scendiamo tra prati fino a una selletta.
Tralasciamo il sentiero che a sinistra scende a Caprile. Scavalcata l’anticima est, ci ritroviamo nella conchetta ai piedi della cima dell’Antola (1.597 m slm).
Sulla cima del Monte Antola
Ci vorrebbe un semaforo per gestire il flusso di gitanti intorno alla croce bianca.
Ci fermiamo giusto il tempo per dare un’occhiata. Il panorama è ampissimo, ma la mia attenzione è attirata in particolare dal lago del Brugneto, di un celeste angelico.
Poi scendiamo sul versante sud verso la chiesetta di San Pietro, che comincia ad affollarsi
Il ritorno dal Monte Antola
Dopo, il ritorno.
Non si poteva non arrivare in cima! dicono Angelo e Riccardo soddisfatti, mentre sgranocchiano biscotti.
Annuisco. Con il retro-pensiero che, fermandomi a metà percorso e poi facendo picnic in solitaria al tavolo panoramico, mi sarei goduta di più l’aria dell’Antola…
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Passeggiata facile. Scarpe da trekking leggero
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