Un tratto dell’acquedotto storico di Genova, una passeggiata in piano nel bosco sull’antico percorso del ‘600. Con interessanti testimonianze riscoperte da poco da volontari molto volenterosi. E alla fine, un luogo quasi mistico.

sull'acquedotto in vista del Monte Diamante

Dopo la passeggiata sul Ponte-canale del Rio Torbido, torniamo all’acquedotto storico in un tratto centrale che va da Trensasco a Pino Sottano.

Partenza dai Molini di Trensasco

Lasciamo l’auto ai Molini di Trensasco (tra i più antichi mulini della Val Bisagno, ora normali abitazioni).

Superiamo il ponte attraversando un bel cancello di ferro imbullonato (con una straniante parabola in cima) e saliamo a zig zag fino all’acquedotto.

Il canale è ricoperto da eleganti lastre di pietra di Luserna (per la verità rotte in qualche punto) che rendono il percorso facile e piacevole.

Incontriamo residenti sorridenti, dediti alla corsa o al passeggio coi cani.

Sull’acquedotto intorno al Pinasco

Pochi minuti di passeggiata tra gli alberi e ci dobbiamo fermare per superare il fossato di Costa Fredda.

Il ponticello, franato, è stato sostituito da una scaletta a pioli, due passerelle e un passaggio sulle rocce.

Ma è un tratto breve. In poco recuperiamo l’acquedotto di cui è ben visibile la sezione.

Camminiamo tra alberi e scorci sulle case della Val Bisagno, seguendo il contorno del Monte Pinasco. Esce il sole e gatti pigri si materializzano ovunque.

Dopo una grande casa arancione, con micio in tinta, proseguiamo su un tratto sopraelevato rispetto all’asfaltata, fino a un incrocio con fermata bus.

Attraversiamo Via di Pino e recuperiamo l’acquedotto storico che prosegue tra prati e ulivi. Speriamo continui così, si augura Riccardo.

Il Ponte-sifone sul Geirato

Invece, poco dopo, siamo costretti ad aggirare un punto non proprio ameno (lamiere arrugginite) e a superare una passerella di metallo.

Costeggiamo poi coltivazioni tra le case, sfioriamo un campo da calcio e arriviamo allo sbocco del Ponte-sifone sul Geirato, ora sbarrato (apre il secondo sabato del mese).

Curiosità: il Ponte-sifone sul Geirato fu costruito nel ‘700 per ovviare alle frequenti frane lungo il percorso dell’acquedotto nella valle del Geirato. Fu un parto lunghissimo per motivi tecnici ed economici, ma alla fine si seguì il progetto di Storace (nonostante Luigi Vanvitelli ne avesse preso le distanze).

Attraverso Pino Sottano

Superato l’ingresso al Ponte-sifone, prendiamo a sinistra salita Pino Sottano e, al lavatoio (datato 1923), giriamo a destra verso Villa Santa Caterina che svetta rossa tra pini secolari.

Curiosità: ex Villa Durazzo, Santa Caterina – Opera Don Orione, del XVII secolo, vanta una singolare combinazione di dimora padronale, terreni destinati alla coltivazione e giardino privato della nobile famiglia. All’interno, affreschi di Bartolomeo Guidobono e Domenico Parodi, cui si deve anche la soluzione decorativa di un ambiente-grotta.

Aggiriamo la villa seguendo viale Pino Sottano e procediamo verso la località Case Bruciate. Qui la vista si apre luminosa sulla valle del Geirato e le alture circostanti.

Poco prima che il viale termini, seguendo l’indicazione del cartello (“antico percorso del 1600”) abbandoniamo l’asfalto e scendiamo sul sentiero a sinistra tra gli alberi.

Vestigia dell’antico acquedotto

L’ambiente cambia completamente. Anche se a due passi dalle case, siamo immersi nel bosco!

Dopo pochi minuti, arriviamo ad uno slargo con tavolo di legno. Qui notiamo la presenza di antiche strutture di pietra dell’acquedotto.

Mentre mi piazzo su un tronco a mangiare, Riccardo, irrequieto, le esamina una per una.

Portali di accesso/ispezione, forse…, commenta mentre compulsa il web, inutilmente.

Dopo, proseguiamo superando un’altra zona pic-nic.

Il sentiero, sempre più stretto, ci porta a un primo ponticello di pietre e poi, tramite scalette di tronchi, a un secondo ponticello.

Ha piovuto parecchio due giorni fa e le vigorose cascatelle sotto i ponti sono molto decorative. Complice la luce obliqua del primo pomeriggio, Il luogo sembra una location di Tale of Tales.

Non c’è nessuno, esclama Riccardo, possibile che un posto così non sia pieno di gente?

NOTA

Da Molini di Trensasco si può prendere l’acquedotto in senso opposto al nostro, verso Valle Cicala, forse il tratto più “selvaggio” dell’intero acquedotto. Noi ci siamo capitati in piena caccia al cinghiale e ne abbiamo un ricordo strano.

….

Passeggiata facile, piatta (a parte il passaggio su scaletta)

Durata (a/r, escluse soste): 2 ore

Vai all’inizio passeggiata (google street view)

Coordinate: 44.452763,8.9592014  (44°27’10.0″N 8°57’33.1″E)

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