Il bellissimo ponte settecentesco di Nascio vale da solo la visita alla Val Graveglia. Collega due antichi paesini di pietra, tra rocce di diaspro, fiori e natura verdissima.

Il Ponte di Nascio e sopra Cassagna

Il Ponte di Nascio e in alto Cassagna

Il primo borgo, Nascio

Il sole stenta ad uscire dalla foschia mattutina mentre lasciamo l’auto nel parcheggio di Nascio. È l’atmosfera giusta per questo posto, dichiara Angelo che vede sempre il bicchiere mezzo pieno.

Beh, forse ha ragione!

Dalla stradina che porta al paese la vista sulla valle è affascinante. S’intravvede un minuscolo ponte addossato ad un enorme sperone roccioso, e sprofondato nella vegetazione dai mille verdi. Oltre, si erge la cima a punta del monte Bocco.

Rimandiamo il momento magico in cui attraverseremo il ponte e raggiungiamo in pochi minuti Nascio (400 m slm).

È un antico borgo di pietra (anno 1000) adagiato su un cono di diaspro, a 400 metri slm. Le rocce e i muri a secco quasi si confondono. Si mischiano piacevolmente fiori coltivati e spontanei.

Percorriamo la stradina interna che termina nel sagrato panoramico della parrocchiale gialla.

Il Ponte di Nascio

Torniamo sui nostri passi. Rieccoci sulla strada (purtroppo asfaltata) che ci conduce tra rocce di diaspro rosso al ponte.

Un unico arco ben conservato, lungo una ventina di metri, scavalca la gola del Rio Novelli (più profonda di quel che s’immagina da lontano). Il ponte fu costruito nel 1766 dalla famiglia Cambiaso di Genova, per agevolare gli scambi tra la costa ligure e la pianura padana.

Percorrere il ponte sulla pavimentazione intatta in pietra di fiume, è un vero piacere.

A metà campata rimaniamo incantati davanti a un’edicola. Una Madonnina candida tiene con aria dolce ma ferma il bambino vivace. Questo cerca di divincolarsi. O forse, se si ruota verso sinistra il punto di vista, di abbracciarla ancora più stretta.

Curiosità: si racconta che un giorno passò sul ponte un giovane scultore, che andava a Lavagna a scolpire le statue della famiglia Fieschi. Seduta sul parapetto di pietra c’era una ragazza con un bambino in braccio. Lo scultore fu così colpito dalla sua bellezza che tornò il giorno dopo per rincontrarla. Ma nessuno l’aveva vista. Tornò tutti i giorni per un mese. Invano. Alla fine scolpì a memoria un ovale in marmo di Carrara e lo depose sul ponte. È ancora lì.

Dal Ponte di Nascio a Cassagna

Dal ponte sale l’antica mulattiera. Venti minuti di percorso tra lecci, ornielli, castagni, amareni, e una bella scalinata in pietrame c’introduce a Cassagna.

Villaggio di minatori abbandonato in seguito all’affievolirsi della vena mineraria, Cassagna si libra sospesa sul passato. L’attraversiamo: archivolti, vicoli stretti, muri di pietra, tegole d’ardesia.

Case che sembrano deserte affiancano orti ben curati, giardini fioriti, un agriturismo.

Mentre osserviamo una vite centenaria che si arrampica di fronte alla chiesa, i rintocchi secchi delle campane ci fanno sobbalzare: sono le 11!

Ritorno

Superata la chiesetta, quasi al termine del paese, prendiamo a destra l’asfaltata che ci riporterà in venti minuti al parcheggio.

Tutto intorno, notiamo che il bosco e la macchia si sono riappropriati dei castagneti e delle fasce un tempo coltivate dai contadini… Dall’altra parte, in valle si assiste ad una progressiva riscoperta delle coltivazioni dell’orto, specie in chiave bio, commenta Angelo come un libro stampato.

Beh, la Brinca (col suo orto) apre a mezzogiorno: tra poco verifichiamo di persona! conclude prosaica Luciana.

NOTA

Non lo negherò. La vera meta di oggi è il pranzo alla Brinca di Ne. Però la passeggiata digestiva (in anticipo) da Nascio a Cassagna merita comunque.

Pro
passeggiata d’atmosfera

Contro:
è una mezza passeggiata. Non si raggiungono i 10.000 passi!

…..

Passeggiata facile

Vai all’inizio passeggiata (google street view)

Coordinate: 44.3395189,9.4613467 (44°20’22.3″N 9°27’40.9″E)

Cartina

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Dove abbiamo pranzato

La Brinca
Via Campo di Ne
Ne GE

Antipasti della nostra campagna (prebugiun di Ne, raviolo alla brace, raviolo fritto, baciocca di patata quarantina bianca genovese, foglia di borragine fritta, panella, panmartin, frisciulla o testaieu al pesto, salame) per 4
Ravioli di erbette eu tuccu, per 3
Lattughe ripiene in brodo
Budino di fave, piselli e ricotta dell’Aveto con verdure, per 3
Insalata freschissima del giardino con fiori e frutta
Tris di dolci (torta di cioccolato e mandorle, biancomangiare, crostata), per 3
Una bottiglia di Ciliegiolo
4 caffè
Totale: 175 Euro

Molto buono. Cucina tradizionale con qualche spunto creativo. Locale gradevole circondato dal verde.
Non amo fotografare pietanze, ma guardate la freschezza di questa insalata!

Suggestioni


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