Salita al panoramico Santuario di Monte Dragnone che domina assoluto le valli Vara e Magra, e discesa nella bellissima pineta.

Monte Dragnone - chiesa della Madonna del Dragnone

Sul prato della Chiesa della Madonna del Dragnone

Partenza da Pieve di Zignago

Partiamo dal centro di Pieve di Zignago, seguendo il cartello “Palestra, Monte Dragnone”.

L’asfaltata diventa presto una sterrata e raggiunge in pochi minuti una radura ai limiti della pineta, dove si trovano un’edicola e un casotto (con indicazione sentiero 141). L’auto si potrebbe lasciare anche qui, volendo.

Continuiamo sul sentiero in leggera salita che delimita a destra la pineta, mentre a sinistra si apre sulla valle. Spunta qualche timido fiore sulle ginestre che presto saranno una macchia gialla continua.

Dopo dieci minuti raggiungiamo un bivio con tavoli, panche e attrezzi ginnici. Secondo il cartello, entrando subito nel bosco a destra, si può raggiungere la vetta in 45 minuti di salita.

E qui avanzo la mia proposta: anziché arrampicarci nella pineta, prendiamo il sentiero a sinistra che aggira il monte: magari ci porta in cima più dolcemente!

Qualche sfasciume. Pietre. Tronchi abbattuti. Non è un sentiero difficoltoso ma neanche un’autostrada… Però il panorama sulla valle dove spicca la piana erbosa di Vezzanelli è gradevole e, in effetti, non si fatica!

Il Monte Castellaro

Raggiungiamo così il Monte Castellaro (il fratello minore del Dragnone). Visto da questo lato sembra innocuo. Spunta giusto qualche roccetta dal manto erboso che lo ricopre.

Ma una volta arrivati alla cappelletta sulla sella che lo divide dal Dragnone, scopriamo la sua natura più rocciosa. Per un assaggio del suo versante selvaggio basta spingersi oltre di qualche passo (verso la provinciale): le rocce affioranti ci ricordano addirittura Pietra Borghese!

Curiosità: Sulla vetta del Monte Castellaro si trova il basamento di un’antica fortificazione (da cui il nome del monte). Scavi archeologici hanno riportato alla luce resti di frequentazioni degli antichi Liguri, risalenti all’età del Bronzo.

La cappella si rivela il punto di partenza della via crucis che raggiunge la sommità del Monte Dragnone. Indugio un po’, guardando i cartelli descrittivi scrostati (per rimandare l’arrivo degli insulti dei compagni di viaggio)…

La via crucis al Monte Dragnone

Mai nome fu più azzeccato: la via crucis (14 stazioni) comincia tranquilla con comode rampe di scale, ma già alla terza si trasforma in un sentiero ripido e sassoso…

Non oso neanche interrompere la silenziosa ascesa nominando la Zampa du Diavu, la pietra con l’impronta del diavolo che dovrebbe trovarsi da queste parti (e che non vedo).

Curiosità: secondo una leggenda, il diavolo, arrabbiato per la costruzione della chiesa sulla cima del Monte Dragnone, avrebbe tirato una zampata su una roccia, lasciando un’impronta visibile ancora oggi.

La vetta del Monte Dragnone

Al termine però, il premio c’è.

Dapprima ci si presenta il profilo della pineta che sale verticale sul dorso del monte e poi, arrivati alla chiesa rosa e bianca della Madonna del Dragnone (chiusa), il panorama a 360 gradi.

La vetta del Dragnone (1.000 metri slm) è un punto realmente dominante. Sono visibili: la Val di Vara fino al mare, l’Appennino con i monti Porcile, Zatta e Gottero, la vicina costiera del Monte Civolaro, oltre la quale svettano le cime del crinale tosco-emiliano, le bianche Alpi Apuane.

Ci godiamo la vista (e la focaccia secca) davanti alla chiesa, anzi sul retro, nei prati disseminati di pietrone.

Discesa nella pineta

Al ritorno, scendiamo attraversando il cuore della pineta dai fusti altissimi. Affascinante. Ma non raccontiamocela: in certi punti anche questa un po’ ripida!

…..

Passeggiata impegnativa; salita, discesa; scarpe da trekking leggero

Vai all’inizio passeggiata (google street view)

Coordinate: 44.2776705,9.7446886 (44°16’39.6″N 9°44’40.9″E)

Segnavia: strisce bianca e rossa

Cartina

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