Un panorama straordinario, e giustamente popolare tra i genovesi, è il punto forte di questa breve passeggiata dal Monte Fasce. In cresta, a saliscendi leggeri, è consigliabile, a seconda dei gusti, con aria tersissima e sereno, oppure con nuvole basse.
Il Punto panoramico dei fieri
L’asfaltata che sale dal quartiere genovese di Borgoratti (stretta e tortuosa e, nell’ultimo tratto, priva di guard-rail!) ci dà già un prelibato assaggio della vista che coglieremo dalla cima. Genova dall’alto mi fa tenerezza: una miriade di cubetti chiari, stretti tra il mare e l’Appennino.
Lasciamo l’auto al posteggio del Punto panoramico dei fieri, sull’ampia Sella dei Prati di fascia (746 m slm). Mi sento spiato, ridacchia Riccardo. In effetti, ogni volta che passiamo di qua, c’è qualcuno che fa volare un drone o un modellino sulle nostre teste!
Partenza dalla sella del Fasce
Stavolta, però, non puntiamo alla cima del Monte Fasce (facilmente riconoscibile per la selva di antenne che lo incorona) come fan tutti.
Risaliamo invece il pendio dall’altra parte del parcheggio, lasciando a sinistra un’azienda agricola con asini e cavalli che pasteggiano sul ciglio.
Superato il cancello dell’eremita, ci ritroviamo su una stradina che procede tranquilla in leggera salita. Quando piega a sinistra notiamo sulla destra il cartello che indica il Monte Bastia.
Deviazione al Monte Bastia
La deviazione vale la pena. In 5 minuti di salita si guadagna la cima, con tanto di croce metallica (848 m slm).
Il Monte Bastia batte in altezza lo spelacchiato Fasce di qualche metro (16). E la vista è realmente a 360°, dal Monte di Portofino a Capo Berta, fino alle Alpi!
Curiosità: il singolare look spoglio del gruppo montuoso (Fasce, Moro, Cordona) ai confini orientali di Genova è dovuto al disboscamento intensivo dei secoli passati e agli incendi recenti.
Sulla cresta verso il Proi
Ridiscesi, riprendiamo la mulattiera che procede a saliscendi leggeri e alterna terra e sassi a un pigro tappeto erboso…
Il panorama sulla città, le riviere, i forti, l’appennino circostante, è eccezionale. Alla Punta Suia, trascuriamo a sinistra il sentiero trail Eremita che scende in città e procediamo.
Il nostro punto di arrivo è una terrazza erbosa esposta a sud-ovest, presso un bell’albero decorativo. Tre ragazze sono già spaparanzate al sole. Una comitiva vociante per fortuna si ferma sul rilievo alle nostre spalle (Monte Proi, 833 m slm).
Relax in cresta
Oltre, il sentiero scende nel bosco per arrivare fino a Bavari, ma un posto così forse non si ripresenta più…
Al tramonto, è proprio suggestivo, mi aveva confidato Luciana, esperta di passeggiate piccolissime ma belle…
Quasi quasi lo verifico, penso, mentre mi distendo tra i crochi viola, al sole opaco del pomeriggio.
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Passeggiata facile, saliscendi leggeri; scarpe da trekking leggero
Durata (a/r, escluse soste): 1 ora e un quarto
Vai all’inizio passeggiata (google street view)
Coordinate: 44.416761,9.0445878 google maps (44°25’00.3″N 9°02’40.5″E)
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Tappa fuori gita: la Piccola Città dell’Immacolata
Al ritorno, sostiamo alla Piccola città dell’Immacolata, lungo la provinciale del Fasce. Nata nel 1950, a somiglianza della omologa polacca, dal 2015 è abitata ed animata dalla Domus Familiae Padre Daniele, un’associazione privata di fedeli.
Trascuro il panorama dalla terrazza (dove campeggiano una statua della Vergine e un’enorme croce), tanto è un replay della passeggiata… e vado subito nel chiostro a piantare un chiodo sul tronco delle preghiere con l’apposito martelletto. Poi diamo un’occhiata all’interno della perfetta cappella, dove i pavimenti di marmo sembrano allagati da quanto sono lucidati a specchio!
Le suggestioni di Luciana
Le suggestioni di Ocofiz
2 commenti
Sissi · 6 Marzo 2021 alle 16:57
Grazie Renata. Brava!
Se ci riesco schiodo il vecchio e domani lo porto. Calcio e tempo permettendo.
renata · 6 Marzo 2021 alle 17:44
Ah, ah ciao Sissi! allora, buona passeggiata!