Per noi genovesi è un classico. La gita ai forti, e in particolare al forte Diamante, di grande suggestione, offre un magnifico panorama sulla città e angoli solitari dove meditare.
Via delle Baracche
È una bellissima giornata di Gennaio, senza vento: l’ideale per un giro ai forti, versione invernale (tutta soleggiata)!
Lasciamo l’auto nell’ultimo parcheggio possibile di via delle Baracche e proseguiamo a piedi sull’asfaltata. Al bivio lasciamo a destra la strada “dell’acquedotto” che porta fino a Trensasco (e oltre), e prendiamo la leggera salita che ci porta all’Ostaia de Baracche.
All’Ostaia, il panorama su Genova è già notevolissimo. La buona notizia è che le viste superpanoramiche ci accompagneranno per tutta la passeggiata. La cattiva è che il sentiero delle farfalle, che prendiamo appena superata l’osteria, è, ovviamente… senza farfalle!
Il sentiero delle farfalle
Qui in primavera è una meraviglia, cammini e a ogni passo si sollevano nugoli di farfalle colorate! racconta Luciana, mentre camminiamo sul sentierino a mezza costa sospeso sopra la Val Bisagno. Con tanto di cartelli descrittivi delle singole farfalle.
Quando i cartelli farfallosi s’inerpicano a sinistra, noi proseguiamo sul sentiero principale che segue sinuoso il contorno della collina. Sopra di noi spunta appena il forte Puin (che vedremo meglio al ritorno).
Che aria fine a un passo dal centro città! E che vista sulla valle! Individuiamo sotto di noi la ferrovia della Casella con tanto di trenino sferragliante (v. visitgenoa)!
Il sentiero Montagnin
A mezzora dalla partenza il sentiero Montagnin che sale dalla Val Bisagno confluisce nel nostro.
In quel momento sbuca da dietro il pendio, come un quadro ottocentesco, il monte Diamante con il forte in cima. È sempre un’emozione vedere il forte lassù, isolato.
Il passo del Giandino
Meno di dieci minuti e arriviamo al passo del Giandino. Continuando dritti recupereremmo la piatta strada dell’acquedotto. Inerpicandoci a destra, potremmo goderci un piccolo poggio da picnic o meditazione.
Ma noi, imperterriti, seguendo sempre il sentiero Montagnin, prendiamo la salita a sinistra ed entriamo nel bosco.
Camminiamo tra gli alberi spogli, e incontriamo presto una neviera.
Curiosità: le neviere erano pozzi a tronco di cono con muro di sostegno in pietra a secco. Profondi 4/5 metri e con diametro di 10/12 metri erano isolati termicamente da uno strato di foglie secche e un tetto conico di paglia. Sul fondo, un canale permetteva il deflusso dell’acqua di fusione. La neve, pressata anche da battitoi, si trasformava col tempo in ghiaccio. D’estate, il ghiaccio veniva tagliato in blocchi da 80 kg e poi trasportato a dorso di mulo in vico Neve, a Genova, per essere venduto.
La sella di forte Diamante
Dopo un quarto d’ora dal passo del Giandino, eccoci sulla sella del Diamante. Sotto il forte che si erge con aria severa in cima a 15 tornanti regolari. “Il nome della rosa” dice Riccardo, che ogni volta che vede una fortezza solitaria pensa al romanzo di Eco.
In effetti, in posizione così dominante (650 m slm), il forte stellato è molto suggestivo. E il paesaggio invernale gli si addice proprio!
Salita al forte Diamante (extra 10.000 passi)
I diecimila passi sono già assicurati dalla strada fatta finora e dal ritorno che ci aspetta. Ma figuriamoci se Riccardo non sale fino in cima!
Panorama grandioso, dirà una volta ridisceso, ma il forte Diamante è in stato di abbandono! All’estero un patrimonio così l’avrebbero valorizzato, etc etc… La solita solfa!
Curiosità: Il forte Diamante era il primo baluardo difensivo di Genova contro gli attacchi da Nord. Costruito a fine ‘700, nel 1800 fu protagonista di un famoso assedio ad opera degli Austriaci. Mentre questi, dopo aver conquistato i forti Fratello Maggiore e Minore, intimavano la resa alle truppe napoleoniche asserragliate nel Diamante, da Trensasco arrivarono di soppiatto i rinforzi. Dopo ore di scontri, i Francesi ebbero la meglio.
Ritorno dal Forte Diamante lungo lo spartiacque
Dalla sella, prendiamo la sterrata che taglia in piano, sempre lato Val Bisagno. Trascuriamo a destra la deviazione per il Forte Fratello Minore (del Maggiore non c’è più traccia) e proseguiamo in cresta, direzione Sud. Ora vediamo anche la Val Polcevera!
La sensazione è piacevolissima. Camminiamo nel sole. Davanti a noi compaiono come d’incanto le strane sagome del forte Puin e del forte Sperone. Ai due lati, il panorama è spettacolare sulle valli, Genova, il mare ligure, le Alpi marittime innevate.
Dopo qualche saliscendi, l’ultimo breve tratto in salita ci porta a costeggiare il Forte Puin (padrino, in genovese).
Sporgono, dalle mura della fortezza, le caditoie che servivano per gettare l’acqua bollente (l’olio costava troppo…). Edificato nell’’800, il forte è stato restaurato nel 1964 e per alcuni anni abitato da privati!
Beh, dev’essere un’esperienza abitare una fortezza!
Scendendo via Forte Sperone
Ci dividiamo. Angelo e Luciana decidono di riprendere il sentiero delle farfalle scendendo presso il monumento-pietra di fronte al Puin. Vagheggiano una sosta gastronomica all’Ostaia, dalla vivace e pittoresca Silvana!
Noi proseguiamo sul crinale di fronte al Puin (tratteggiato nella cartina). Rimaniamo sempre sulla sinistra, fino a prendere il sentierino in discesa (un po’ ripida) a lato delle mura del Forte Sperone (che ci riporta nei pressi del parcheggio).
Vediamo così da vicino le mura possenti dello Sperone… Ci manca però il bastione settentrionale, quello ad angolo acuto che dà al forte questo nome, così evocativo di cavalieri e di battaglie...
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Passeggiata facile, salita non troppo impegnativa, discesa finale un po’ ripida; scarpe da trekking leggero
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Le suggestioni di fabiorox
2 commenti
Elena · 11 Febbraio 2020 alle 8:50
Ciao Renata sembra proprio una bella passeggiata! Quanti Km sono in totale e quanto ci hai messo a fare tutto il percorso? Grazie ciao!
renata · 11 Febbraio 2020 alle 18:03
Ciao Elena,
la passeggiata è bella e molto panoramica… Considera che tutte le gite che racconto sono circa 10.000 passi e durano intorno a un paio d’ore (qualcuna meno, qualcuna di più). Anche questa tra andata e ritorno è sulle 2 ore, esclusa la salita finale al Forte Diamante (15 tornanti!). Come lunghezza, orientativamente saranno 7 chilometri (andata+ritorno). Ti consiglio di fare questa passeggiata in una giornata tersa, per goderti la vista il più possibile. E se ci vai, fammi sapere il tuo parere! grazie 🙂