Un’antica mulattiera che da Rocchetta Nervina risale un canyon “selvaggio”. Fino a un ponte medievale, tra rocce bianche e laghetti verde menta.

Il ponte Cin mentre sul laghetto si alzano le ombre della sera

Vietato o no?

Sono gentilissimi al Comune di Rocchetta Nervina quando telefono per chiedere dell’agibilità del sentiero per il ponte Paù.

Un’ordinanza del sindaco vieta trekking e canyoning a causa di una frana del 2016, mi comunicano. Però (a proprio rischio) si può raggiungere il ponte Cin.

Vada per la passeggiata al ponte Cin!

Partenza da Rocchetta Nervina

Fa un bell’effetto la cinta muraria di case a picco sul torrente quando arriviamo a Rocchetta Nervina. Traversiamo l’antico ponticello a schiena d’asino e prendiamo via Roma e poi, a sinistra, via San Bernardo.

Seguiamo l’indicazione per il ponte Paù. L’antica mulattiera acciottolata sfiora presto una chiesetta e procede in salita a mezza costa, alta sopra il torrente Sgorea, affluente del Barbaira.

La valle Barbaira

Il torrente scorre incassato nel fondo roccioso della valle formando pozze e cascatelle. Lo vediamo a malapena, ingoiato com’è dal buio della gola (in contrasto col sole pieno di cui godiamo qui sopra), e immerso nella vegetazione rigogliosissima.

Continuiamo in costante salita, tra balze rocciose. Angelo nota la varietà della macchia intorno a noi: timo, alaterno, leccio, ginepro, cisto, terebinto… Seguono terrazze con ulivi. I muretti a secco hanno a tratti pietre enormi.

A tre quarti d’ora dalla partenza, si staglia davanti a noi una parete verticale di roccia chiara. La aggiriamo percorrendo il sentiero sullo strapiombo, tra grossi massi scenografici (che ci fanno accelerare il passo!).

Poco dopo, lasciato a sinistra un rudere di casolare, arriviamo a un bivio. Prendiamo a sinistra (a destra si proseguirebbe per il ponte Paù).

Curiosità: in località Paù, sul monte Abelio (stesso nome peraltro del dio celtico del sole) sono stati ritrovati reperti di epoca pre-romana. Altri ritrovamenti, come alcune monete romane con l’effigie degli imperatori Gordiano II e III, testimoniano la frequentazione continuativa della zona a partire dall’età romana.

Dieci minuti di leggera discesa in cui attraversiamo un lembo di frana che in effetti sembra stabile, ed ecco comparire un laghetto verdissimo.

Ora capiamo perché lo Sgorea è noto anche come il torrente dalle acque di menta!

Il ponte Cin

Subito dopo, compare il bel ponte di pietra, l’antico ponte Cin. Collegava un tempo il sentiero alle Case Cin, insediamento sul lato destro del torrente, ora disabitato.

Percorriamo il ponte e individuiamo un comodo posticino dove mangiare e prendere il sole. È il 31 ottobre e siamo in costume! Una meraviglia bivaccare qui tra rocce bianche e acqua trasparente!

Finché il sole non si nasconde dietro il monte, e un’ombra fredda sembra mangiarsi rocce e laghetto. E sì che sono solo le 13…

Ritorno a Rocchetta Nervina

Beh, torniamo a Rocchetta (così facciamo un giro in un borgo rimasto tra i più genuini).

Non prima, però, di aver gettato un’ultima occhiata al ponte. Il percorso canyoning comincia proprio con un tuffo da lì e prevede nove calate prima di raggiungere Rocchetta Nervina, cita Riccardo dal web.

Ci corre un brivido lungo la schiena. Chi ci conosce lo sa che, su questo fronte, abbiamo (purtroppo) già dato…

…..

Passeggiata quasi tutta in salita costante ma non difficoltosa; scarpe da trekking leggero

Vai all’inizio passeggiata (google street view)

Coordinate: 43.8899839,7.6000156 (43°53’23.9″N 7°36’00.1″E)

Cartina

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